Tribunale di Genova
TRIBUNALE DI GENOVA
Fallimento Comfort Hotels & Resort
MIEI APPUNTI PER MEMORIA DIFENSIVA
Geom. Antonio Denti
Ho scritto la presente memoria per chiarire la mia posizione in merito agli addebiti mossi contro gli amministratori della S.p.A. Comfort Hotels & Resort dal curatore della società fallita , dott.ssa Sabrina Costamagna, con Atto di citazione notificatomi in data 2.2.2022 per il mio ruolo di amministratore pro tempore della società in oggetto.
Ho già ricostruito per intero le vicende della S.p.a. Comfort Hotels & Resort sin dalle origini, in una mia precedente memoria scritta e terminata il 31 marzo 2021, in cui ripercorrevo sinteticamente tutti gli accadimenti, in qualche caso solo accennandoli, approfondendone nel tempo alcuni per tema, in un Addendum in coda alla memoria stessa e producendone in allegato fotocopie documentali.
Ne ho consegnata copia in tempi diversi, all’Ispettore Capo Antonio Giannini della Procura Distrettuale Antimafia, al Curatore Fallimentare della s.r.l. Obras avv. Michele Petriello, al Liquidatore Giudiziale di Archè Soc. Coop. avv. Selene Zanaboni, al Commissario Giudiziale della società in oggetto dott. Federico Pongiglione (Allegato 58)
ed al Cancelliere del Tribunale di Milano dott. Antonelli (Allegato 86)
per consentirgli di acquisirlo al procedimento penale n. 194/2021 R.G. Trib.,


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In data 10 maggio 2021 ne ho inviata copia con tutti gli allegati anche alla dott.ssa Costamagna, curatore fallimentare della società in oggetto (Allegata memoria aggiornata a quel tempo)
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Riprendo quindi alcuni stralci, in questa mia nuova, per spiegare i fatti riferiti specificamente agli otto addebiti mossi a tutti gli amministratori nell’Atto di citazione, tra cui il sottoscritto, rimandando quindi alla mia memoria richiamata sopra per avere un quadro più generale degli accadimenti.
Mi si consenta però una prima considerazione, già in premessa, dopo aver letto l’Atto di citazione stesso.
Come si evince dalla lettura del documento, Amministratore di fatto della società viene individuato essere Claudio Cogorno che, com’è noto, ampiamente documentato e riconosciuto da tutti gli attori coinvolti, con il sottoscritto ebbe, già dagli inizi del 2017 enormi divergenze sfociate in liti vere e proprie.
Ho sempre denunciato in tutta la corrispondenza, in tutte le assemblee dei soci, nei Consigli di Amministrazione, con il dott. Caffi prima e con il dott. Racca poi, ed ovviamente al Collegio Sindacale, che non mi veniva condiviso nulla della gestione dell’Hotel, dove ogni decisione veniva presa da Claudio Cogorno ed avvallata dall’Amministratore Delegato Giuliano Caffi.
La decisione presa poi, dal duo Caffi/Cogorno di utilizzare il servizio di Global Service di Archè anche per la tenuta contabile della S.p.A. Comfort Hotels & Resort, non permise più al sottoscritto di esercitare alcun controllo sulla gestione dell’attività, non volendo ovviamente recarmi negli uffici di Cogorno stanti i rapporti, anche personali, deteriorati.
Quello che lamentavo erano la mancata condivisione di informazioni sulla gestione generale, sulla presenza delle persone in hotel, sulla politica commerciale, e non ultimo, l’impossibilità di verificare la congruità dei costi esposti dal Global Service, dettagliatamente definiti come procedura nel contratto di appalto ma, impossibili da controllare in realtà per quanto mi riguardava, stante la situazione venutasi a creare.
Rammento che, come denunciato più volte, non ho mai riconosciuto il credito vantato dalla Soc. Coop. Archè nei confronti della S.p.A. Comfort Hotels & Resort proprio per questa ragione.
Non contesto quindi ovviamente gli addebiti sollevati nell’Atto di citazione (tranne il settimo – ndr), sono evidenti e documentati, ma è facilmente individuabile di chi siano le responsabilità̀, che non possono genericamente essere attribuite indistintamente a tutti gli amministratori, per i diversi ruoli ricoperti ed in relazione alle specifiche competenze, per il periodo preso in esame e/o per le deleghe operative assegnate.
Spingendomi ancora oltre nel ragionamento, se al sottoscritto poco o nulla veniva condiviso da chi oggi (ma io denunciavo anche allora) viene individuato come amministratore di fatto della società e con il quale ero in perenne conflitto, mi chiedo come non si possa ricavare di conseguenza di chi siano le responsabilità degli addebiti mossi, come cercherò comunque di dimostrare anche con questa memoria ovviamente nel rispetto di chi dovrà pronunciarsi nel merito e rimettendomi a decisioni di giustizia.
Entrando quindi nel merito dei singoli rilievi, di seguito riscontro punto per punto:
Primo addebito
- Mancata e/o irregolare tenuta della contabilità, dei libri e delle scritture contabili e mancato assolvimento dei relativi adempimenti fiscali, contabili, societari e amministrativi a partire dal 2017.
Riprendo uno stralcio dalla mia memoria richiamata sopra con relativi allegati a supporto:
...... tutta la stagione 2017 fu caratterizzata da un altissimo tasso di litigiosità, all’interno del C.d.A. e tra i soci della controllante, con l’epilogo più sotto ricostruito documentalmente.
In pratica dovendo approvare la bozza di bilancio 2017 della controllante e di bilancio 2016 e 2017 della partecipata si determinano liti su due punti in particolare: la verifica dell’impairment test ed il valore a bilancio della partecipata S.r.l. Obras (in liquidazione). Inoltre, il sottoscritto chiese il pagamento del saldo della cessione del ramo d’azienda avvenuto due anni prima.
Come si ricava dagli allegati si determina una spaccatura nel C.d.A. sulle osservazioni del dott. Covini, con il sottoscritto in linea con i rilievi sollevati dal Collegio Sindacale ed il dott. Caffi contrario. In data 02/04/2018 (Allegato - ndr) invio comunicazione al C.d.A. per chiedere la rimessa del saldo del pagamento della cessione del ramo d’azienda per poter iniziare la liquidazione della S.r.l Obras ovviamente potendo proporre ai creditori un pagamento solo con la formula del “saldo e stralcio” nelle diverse percentuali per classi di appartenenza.
Con mia mail del 05/04/2018 condivido anche i rilievi fatti dal Collegio Sindacale della S.p.a. CH&R relativamente all’impairment test e sull’opportunità di svalutare la quotazione portata a bilancio della partecipata dichiarando che non avrei approvato il valore dell’avviamento della controllante e che avrei chiesto l’azzeramento del valore della partecipata (Allegato B – Doc.5).
Evidentemente la mia posizione contrastava con quella del socio Claudio Cogorno che quindi in proprio e con l’appoggio di altri soci, in pratica tutte società a lui riconducibili, e immediatamente dopo che lui stesso aveva tentato l’acquisto dal trust delle quote indispensabili al controllo della società, chiese di convocare con urgenza l’Assemblea dei soci della S.p.a. CH&R con all’O.d.G. la revoca da tutti gli incarichi del sottoscritto.
Per una complicata vicenda relativa alla titolarità delle quote detenute dal trust, nel frattempo dimissionario (da cui il procedimento penale a carico di O.Petrocca e A.Pio in Tribunale a Milano – ndr), colui che era ritenuto il delegato da quest’ultimo a partecipare alle assemblee, il sig. Antonio Calabrese, a sorpresa comunicò con mail (Allegato 80)che non avendo ottenuto la necessaria delega non ci sarebbe stato il numero legale per deliberare, mandando nulla l’assemblea del 26.04.2018 e pure quella del 12.06.2018 (Allegato 17)
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Da quel momento, con l’organo amministrativo della controllante ed il liquidatore della partecipata praticamente sfiduciati dalla maggioranza dei soci, senza che l’assemblea avesse potuto pronunciarsi nel merito, tentai per almeno tre o quattro volte di convocarne una nuova con analogo O.d.G., ma per le solite liti e per la vicenda del trust andarono sempre deserte e non fu più possibile deliberare, per cui la situazione si trascinò sino a fine stagione balneare 2018 (Lamento la cosa anche nella mail a tutti di luglio 2018 – Allegato 143).
Alla luce di quanto riportato, credo risulti del tutto evidente come, una volta fallito il tentativo di Cogorno di poter controllare la società grazie alla delega di voto nelle assemblee dei soci promessagli da Antonio Calabrese, questi disertò (e con lui il dott. Caffi, Amm. Delegato della S.p.A. Comfort Hotels &R e A.U. della S.r.l. Pronto & Pulito) scientemente tutte le assemblee fino a quella del 29 agosto 2018 (compresa) con O.d.g. proprio quello stesso proposto da Cogorno fin da aprile 2018. In quest’ultima assemblea, finalmente con la maggioranza costituita ed atta a deliberare, venne nominato un nuovo Organo amministrativo composto dal sottoscritto (Presidente) e da Gaetano La Monaca (Amministratore Delegato con tutte le deleghe) e confermato il liquidatore (sempre il sottoscritto) della controllata Obras (in liquidazione).
Non conoscevo La Monaca, mi fu presentato nell’occasione dal Petrocca, accreditatosi questi come titolare delle azioni intestate al trust (portatore di delega e mai sconfessato da Antonio Calabrese stesso) e promittente acquirente della totalità delle mie azioni, per cui non ebbi alcuna riserva a votare chi, da lui, indicatomi. Al tempo il mio obiettivo prioritario, già dichiarato in più occasioni, era quello di rimuovere finalmente il dott. Caffi che a mio giudizio era totalmente subalterno a Cogorno e disinnescare il tentativo in atto di Cogorno stesso di estromettermi dalla società.
Questi si ripresentò finalmente (e con lui il dott. Caffi) all’assemblea dei soci del 27 settembre 2018 (Allegato 123)in cui, con incredibile sprezzo del ridicolo, sollevò una serie di questioni da lui tollerate e taciute per due anni, pretendendo dal nuovo Organo Amministrativo (che evidentemente era a conoscenza solo da un mese delle incredibili situazioni debitorie riferite all’utilizzo della struttura) di porvi rimedio immediatamente.
Fin troppo evidente l’uso strumentale e pretestuoso dei rilievi sollevati, persino patetici nei punti riferiti all’approvazione dei bilanci, della partecipata e di quello della società, dopo averne ostacolato per mesi l’approvazione disertando tutte le assemblee dei soci convocate.
Non riesco ad immaginare come si possa individuare altri responsabili diversi da Cogorno e dal dott. Caffi dell’impasse relativa ai sopra ricordati mancati adempimenti societari.
Secondo addebito
- Totale assenza di opportune e concrete iniziative volte a porre rimedio allo stallo di gestione contabile, fiscale ed amministrativa venutasi a creare dal 2017 in poi ovvero volte a denunciare tale stallo per evitare danni alla società e ai creditori sociali
Ho cercato di rappresentare appena più̀ sopra le ragioni dello stallo e le responsabilità individuali degli attori.
Mi si consenta di rilevare però a parziale giustificazione dell’addebito che, pur nel clima di continue liti tra i soci come pure tril sottoscritto e l’A.D. dott. Caffi, lo stallo fiscale si determina in realtà da aprile 2018 (con la richiesta di Cogorno & C di revoca dell’organo Amministrativo appena precedente le mie convocazioni per l’approvazione dei bilanci 2017 della S.p.a. Comfort Hotel & Resort e della S.r.l. Obras - in liquidazione) mentre sino alla fine del mese di agosto 2018 sono state effettuate tutte le registrazioni contabili ed amministrative come da contratto in essere di Global Service di Archè e Cogorno stesso afferma che risulterebbero in ordine ed aggiornate.
Si consideri che l’hotel ha poi chiuso il 5 ottobre successivo e non ha più riaperto. Difficile credere che la situazione di stallo abbia provocato pregiudizio ai creditori che risultavano essere sostanzialmente solo due:
1) la Soc. Coop. Archè che aveva però già interrotto il rapporto di Global Service per “giusta causa” era perfettamente a conoscenza (direi meglio di tutti) della situazione tramite il proprio Presidente Claudio Cogorno pure socio (oltre che Amministratore di fatto) della S.p.A. CH&R. come pure uno dei Sindaci della Cooperativa, il dott. Necchi, che era stato pure Sindaco della S.p.A. Obras sino alla trasformazione da S.p.A. in S.r.l., e quindi era perfettamente consapevole delle difficoltà che caratterizzavano la gestione dell’Hotel.
2) la Fondazione Opera Pia Cremasca, proprietaria dell’immobile che aveva nel frattempo a sua volta già attivato la “richiesta di sfratto per morosità” e che comunque per poter rilocare l’immobile, doveva necessariamente ricorrere ad un bando pubblico con tempi biblici tant’è che l’hotel è rimasto sfitto fino a inizio 2022. L’impressione è che quindi avesse in ogni caso tutta la convenienza affinché il conduttore Comfort Hotel potesse risolvere i propri problemi e continuare il contratto locazione, senza far precipitare gli eventi.
Il ritardo (relativo) nella riconsegna dell’immobile, fu peraltro lamentato dal sottoscritto nell’assemblea del 4 maggio 2019 (leggasi verbale) e richiamato ancora nella mia p.e.c. del 4 novembre in cui replicavo alla relazione dell’Amministratore Delegato dott. Racca riportata nell’unica assemblea a cui non ho potuto partecipare, quella del 15 ottobre 2019 e così sul punto:
Racca: Ho gestito il rapporto con l’Opera Pia sia tenendo informato il Presidente Sig. Soffientini dell’evoluzione della situazione, sia, successivamente interloquendo con l’Avv. Borsieri nominato dall’Opera Pia stessa per il recupero del credito. Dal periodo estivo con l’evento dello sfratto ho continuato ad interloquire con l’Avvocato Borsieri.
Denti: Non dice in questo “continuo interloquire con l’Avvocato Borsieri” cosa vi siete detti. Il sospetto è che stia tirando per le lunghe contribuendo ad aumentare il debito con la Fondazione Opera Pia. Il sottoscritto già̀ nella assemblea di maggio ca propose di procedere immediatamente con la restituzione dell’immobile ma l’avvocato Campa si disse contrario.
Riporto di seguito gli interventi dell’assemblea richiamata del 4 maggio (come si evince dal verbale):
Denti chiede la ragione di verificare la data di udienza dello sfratto che risulta essere stato notificato, se non ci sono ipotesi di passaggio di quote; quindi, a fronte di presupposti per continuare ridotti al lumicino. Ritiene che sarebbe opportuno mandare lettera di rescissione del contratto considerando che ogni giorno di apertura crea costi ed aumenta quindi il debito.
L’avv. Campa rileva come avere esatta notizia della data di udienza per lo sfratto è diritto dei soci e che è altresì determinante in quanto ultima data utile in cui riprendere la continuità se vi fosse intervento di un terzo con idoneo apporto di cassa.
È evidente di chi sia la volontà (blocco Cogorno/Racca/Campa) di tentare fino all’ultimo di prendere tutto il tempo possibile per tentare di trovare una soluzione all’impasse societaria (e quindi i ritardi oggi contestati).
È altrettanto vero però che, pur in difetto relativamente al rilievo mosso, non si può davvero ragionevolmente sostenere che aver procrastinato di qualche mese la richiesta di fallimento in proprio, abbia pregiudicato le ragioni dei creditori, anche perché comunque, pur con le note difficoltà nei rapporti, erano in corso numerosi tentativi per trovare una soluzione ai gravi conflitti tra i soci.
Peccato che l’unica ipotesi proposta da Cogorno rimasta sul tavolo, dopo i due preliminari sottoscritti in precedenza, presupponeva che il sottoscritto gli regalasse la propria partecipazione al prezzo simbolico di un euro.
Evidentemente inaccettabile.
Aggiungo ancora alcune considerazioni sul tema del danno ai creditori.
Per quanto riguarda la Soc. Coop. Archè, in tutta coscienza, considerato oggi l’epilogo dell’avventura imprenditoriale della S.p.A. Comfort Hotels mi sono davvero chiesto cosa possano aver pensato i soci ed i creditori della Cooperativa (oggi in liquidazione coatta amministrativa) di cui era Presidente Claudio Cogorno, della condotta e dell’operato di quest’ultimo, che dopo aver fatto sottoscrivere alla cooperativa un prestito obbligazionario di oltre un milione di euro ad una società gestita da lui stesso (la S.p.a. Obras di cui era Amm.Unico); dopo che il liquidatore (sempre della S.p.A. Obras) prof. Luca Bubbi nominato dal Tribunale di Milano ne aveva già chiesto la rinuncia definitiva del 50% (cinquantapercento); dopo che neppure la somma residua del prestito alla scadenza (il 31.12.2015) la debitrice fu in grado di restituire, questa cooperativa per decisione del suo Presidente sottoscriveva ancora con la medesima società debitrice un contratto di Global Service, accordandole un fido ed una esposizione finale per una cifra enorme, sembra 1,5 mln, che non recupererà mai più.
Mi chiedo ancora se Cogorno in tutto questo non si sia mai trovato in palese conflitto di interessi e se mai si dovesse, nel caso, discutere di una condotta spregiudicata ed imprudente da parte di chicchessia, a chi altri si dovrebbe guardare se non proprio a costui?
Per quanto riguarda invece la Fondazione Opera Pia Cremasca mi ricordo benissimo quando nel 2014, la curatela fallimentare dott.ssa Francesca Sangiani, in uno dei numerosi incontri per trattare l’acquisto della totalità̀ delle quote della S.p.A. Obras nello studio della dott.ssa Martellini a Milano, disse di ritenere la prima offerta della S.r.l. Comfort Hotels non in linea con le aspettative della curatela, chiedendoci di alzarla altrimenti avrebbe rifiutato la proposta e valutato altre soluzioni.
Una di quelle allo studio era di promuovere una azione legale con richiesta risarcitoria contro la Fondazione Opera Pia Cremasca per “indebito arricchimento” in quanto la fallita Soc. Coop. I.CO.S. pagò lavori per milioni di euro a beneficio della proprietaria dell’immobile, chiedendone legittimamente a quest’ultima di pagare il valore dei lavori a beneficio dei creditori della fallita.
Da qui il rialzo con la seconda offerta su proposta di Cogorno. Di questo scampato pericolo per la Fondazione Opera Pia ne informai anche il Presidente Pierpaolo Soffientini in un incontro del 13 febbraio 2017, negli uffici della Associazione Autonoma Artigiani Cremaschi alla presenza anche del Sindaco in carica dott.ssa Stefania Bonaldi e del cui incontro conservo ancora gli appunti (Allegato 103).
Rammento che la Fondazione è una onlus di nomina pubblica ed è quindi il Sindaco in carica che ne nomina il Consiglio di Amministrazione e questa è la ragione della presenza del Sindaco all’incontro.
Per quanto sopra esposto ritengo di poter dire che comunque la Fondazione Opera Pia Cremasca, pur creditrice della fallita, abbia ottenuto in questa vicenda il risultato rilevantissimo di ritrovarsi l’immobile completamente ristrutturato (per il quale sembra siano stati spesi circa dieci milioni di euro); non proprio cosa di poco conto.
Terzo addebito
- Mancata attivazione e presentazione di ricorso per fallimento in proprio, ancor ché tale iniziativa sia stata conosciuta e valutata dagli organi amministrativi e di controllo quale unica soluzione al dissesto economico-finanziario della società CH&R S.p.A. – Violazione da parte di amministratori e sindaci degli obblighi di cui agli art. 2446 – 2447 C.C.
Rilevo che nell’assemblea del 15 ottobre 2019 si era dato mandato all’A.D. Racca di procedere con la richiesta di fallimento in proprio. Non so spiegare le ragioni del perché questo non sia avvenuto.
Quarto addebito
- Inadempimenti amministrativi relativi alla posizione e ai conseguenti obblighi in capo alla società quale concessionaria/gestore dell’Hotel del Golfo e della spiaggia asservita alla struttura alberghiera.
Sul punto è doveroso ricordare che proprio perché la concessione della spiaggia era asservita all’hotel, nel momento stesso in cui il destino della società di gestione alberghiero, la S.p.A. Comfort Hotels & Resort, per le note vicissitudini, sembrava segnato, e comunque non prima che proprio il sottoscritto propose (senza successo) come ultima soluzione lo spezzatino degli asset tra le diverse “anime” in seno alla società, risultò evidente l’inutilità di perseverare nel mantenere la concessione della spiaggia.
La decadenza della concessione a quel tempo era considerato ormai un fatto ineluttabile e scontato.
Rammento che anche in merito alla spiaggia, era stato sottoscritto un contratto di compartecipazione con la S.r.l. Faber il cui Amm. Unico era il solito Cogorno.
Invito tutti a visionare le foto di come si presenta oggi l’arenile.
Faccio rilevare comunque che, come si evince dalla dichiarazione a mezzo stampa del Presidente della Fondazione Opera Pia Cremasca Pierpaolo Soffientini, la temuta decadenza della concessione demaniale è stata scongiurata per l’impegno del Sindaco di Finale Ligure (Allegato 124)
..

Direi quindi che nessun danno è stato perciò arrecato alla proprietà.
Quinto addebito
- Occupazione abusiva e senza versamento di corrispettivo, per oltre due anni (dal 2016 al 2018-2019), della suite dell’Hotel del Golfo da parte di soggetti estranei alla società e non autorizzati.
Questa è senza dubbio la vicenda in assoluto più paradossale di tutta la storia della S.p.A. Comfort Hotel. Per far meglio comprendere la questione, riprendo stralci dalle precedenti memorie:
L’annosa questione delle presenze degli ospiti (clienti) in hotel, elencate nominalmente, nacque quasi per caso da una banale e miserevole lite per l’utilizzo da parte dei soci (tutti amici e familiari di Cogorno – ndr) dell’hotel di alcuni soggiorni goduti per sé o per ospiti degli stessi.
Fui il primo a sollevare la questione e tutta la corrispondenza dell’epoca evidenzia come al sottoscritto veniva taciuto chi fosse realmente presente in hotel e delle mie lamentele al riguardo , ma è stato solo nell’imminenza della revoca della carica di Amministratore Delegato al dott. Caffi che la questione assunse le proporzioni in tutta la sua gravità anche per le vicende successive di rilevanza penale con addirittura gli arresti per due persone: Omar Petrocca e Pio Alfonso.
Cogorno che da aprile 2017 gestiva tutte le attività dell’hotel in ragione del contratto di Global Service, recandosi settimanalmente a Finale Ligure, interloquendo ogni giorno con tutto il personale dell’hotel suo dipendente, ha cercato di far credere di essere venuto a conoscenza della presenza della Gubina dopo due anni che questa occupava una delle (solo) tre suite di un hotel che complessivamente ha 29 stanze. Mica stiamo parlando del “MGM Grand” di Las Vegas con oltre 5 mila camere di cui oltre 700 suite, non so se mi spiego.
Cogorno porta a conoscenza, C.d.A., Sindaci e soci tutti, della questione “Gubina” per la prima volta con p.e.c. del 23 agosto 2018 (Allegato 33)
e come sopra ricordato, proprio quando consapevole che nell’assemblea del 29 agosto con O.D.G. da lui stesso indicato , sarebbe stata ratificata la revoca della carica di Amministratore Delegato del dott. Giuliano Caffi.

Cogorno era certamente a conoscenza, almeno da un anno e mezzo, della presenza fissa in hotel della Gubina allocatavi da Antonio Calabrese come da lui stesso riconosciuto, suo collaboratore stipendiato ed in possesso del pacchetto di azioni determinante a prendere il controllo della S.p.a. Comfort Hotel & Resort.
Evidentemente Cogorno ha tollerato questa presenza, che Calabrese non voleva o poteva allontanare, per non deteriorare il rapporto con quest’ultimo da cui voleva farsi cedere il pacchetto di azioni, come poi tentò infatti di fare ad aprile 2018.
Vedasi in proposito la mail di Cogorno del 24 ottobre 2017 da cui, nel dare disposizioni per la chiusura invernale della struttura precisa (scritto in maiuscolo) che “l’hotel in questo periodo dovrà risultare totalmente libero” si evince che Cogorno era perfettamente consapevole della presenza della Gubina e che si stesse riferendo a lei anche se si guarda bene dal nominarla (Allegato 24)
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Ad ulteriore conferma vedasi mail giratami da Calabrese in cui proprio Cogorno gli segnala il link di un bilocale libero a Pietra Ligure proprio per alloggiarvi la Gubina (Allegato 36)
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Aggiunta di Maggio 2021
Nella ricerca che ho ulteriormente svolto tra i documenti per aiutarmi a ricordare e ricostruire altri elementi riguardo le vicende della presenza della Gubina Nelli sono riuscito a trovare una mail in cui compare per la prima volta nel forecast dell’hotel. Come si può vedere nell’allegato che produco (Allegato 99)
questa viene riportata (per quanto mi riguarda per la prima volta – ndr) nel file degli “arrivi” con la dicitura “STELLA RUSSA CHE è IN DEPENDANCE” camera 207 per 2 (due) persone, 15 notti dal 22/08/2016 al 06/09/2016. Dopo questa traccia, nei report (pochissimi) che mi sono stati inviati, non compare più sino al 04.04.2018 perché per tutto il 2017 nonostante le mie continue lamentele al riguardo, non ho mai ricevuto l’elenco delle presenze in hotel.

Segnalo che, per puro caso, proprio nella mia mail del 4 aprile 2018, evidenzio una incongruenza sui dati riportati, alla quale risponde, argomentando, il responsabile della reception, sig. Luigi Della Cioppa, ma anche Antonio Calabrese, “invitandomi” a non far perdere tempo al personale con le mie richieste (Allegato 100)
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L’incongruenza probabilmente non riguardava la presenza della Gubina Nelli, ma è significativa la reazione di Calabrese che evidentemente non voleva far approfondire la questione delle presenze in hotel.
Del resto all’epoca avevamo molti altri problemi in essere per cui, per quanto mi riguarda, non ebbi l’attenzione di accorgermi ed approfondire le ragioni di questa costante presenza.
E ‘certo però che nessuno si preoccupò di evidenziarmela, casomai il contrario. Ancora più sicuro nessuno mi segnalò che la persona era una “ospite non pagante”
Ulteriore aggiunta di luglio 2021
Incredibilmente, cercando qua e là, ho trovato tracce di un episodio, che nemmeno io ricordavo, accaduto ad inizio 2018.
Al tempo erano in atto (come sempre) forti liti tra il sottoscritto e Cogorno/Caffi perché ricordo che venni casualmente a sapere (da qualche dipendente credo) che Cogorno aveva promesso ad alcuni di questi, impegnati in hotel con il Global Service, di mantenerli assunti anche per il periodo invernale.
Per far questo si inventò di far ritinteggiare praticamente tutto l’hotel con un costo per la società di decine di migliaia di euro e sappiamo in quali condizioni finanziarie questa si trovasse. Per visionare quanto veniva fatto il 4 febbraio 2018 andai con mia moglie a Finale Ligure ed al termine della visita, seduti al solito ristorante “La Caravella” di Varigotti (in cui si tenne il famoso pranzo con Pio e Petrocca a riprova di quanto anche dichiarato nel merito) inviai alcuni messaggi WhatsApp a Calabrese di cui allego gli screenshot (Allegato 107)
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Come si legge, durante la visita in hotel, che era chiuso per il periodo invernale, con i dipendenti di Cogorno impegnati ogni giorno nei lavori di tinteggiatura, notammo con sorpresa la presenza della Gubina (per noi ancora e soltanto “Stella”) e segnalammo la cosa a Calabrese.
Si legga quale fu la risposta che questi diede. Come si vede non scambiai altri messaggi con Calabrese sino a settembre (per le famose liti) ma è evidentissimo che Cogorno non poteva non sapere dell’ospite “non pagante” andando settimanalmente in hotel per seguire i lavori.
Come anticipato nel messaggio, inviai quindi la mail che produco in allegato (Allegato 115)
probabilmente scritta sulla via del ritorno in macchina (con alla guida mia moglie) lamentando al solito delle decisioni prese di lavori per decine di migliaia di euro senza sottoporli prima all’attenzione ne dei soci né del Consiglio di Amministrazione considerata anche la pesante situazione economica della società.

Devo a questo punto richiamarmi ad un episodio accaduto in un recente passato.
Immagino sia noto che si è celebrato a Milano il processo di primo grado contro Omar Petrocca e Pio Alfonso a seguito delle denunce presentate da Cogorno.
Sono stato citato come teste dall’avvocato Bonino, legale difensore del Petrocca, (incredibilmente considerate le domande rivoltemi assolutamente irrilevanti) ed il 12 maggio 2021 ho reso deposizione in Tribunale.
Come ho avuto modo di precisare nell’occasione (a pag. 82 del verbale mia deposizione – mio inciso al passaggio del P.M. in cui dice: “Alcune precisazioni sui verbali di assemblea”) da un certo momento in poi presenzia sempre alle assemblee l’avv. Massimo Campa, legale di Cogorno che, indipendentemente dal nome indicato nel verbale nel ruolo di segretario (una volta Cogorno, una volta Racca, una volta Campa stesso) si palesa sempre soltanto lui come estensore del verbale tanto che in una occasione alla domanda di Cogorno “chi verbalizza?” risposi “l’avvocato, ormai è una consuetudine” , curandone quindi evidentemente la sintesi.
Risulta chiaro che, di assemblee che duravano anche oltre 5 ore, nella sintesi dei relativi verbali, composti da 4/5 pagine in tutto, si dovesse condensare quanto detto, ed il timore (fondato) del sottoscritto, era che, con un siffatto estensore certamente di parte, questi potessero trasmettere, in fase di rilettura da parte di altri, una errata ricostruzione degli accadimenti
Fu esclusivamente per questa ragione che, da un certo momento in poi, decisi talvolta di registrare, utilizzando una applicazione sul mio cellulare (evidentemente per uso personale e a futura memoria), assemblee, incontri e pure telefonate, come ho avuto modo di dire anche nella mia deposizione sopra richiamata (ancora a pag. 82).
Ho cambiato modello di cellulare più volte ed ho dovuto sostituire diversi altri “device”, nel frattempo, ma ho fatto delle ricerche e per fortuna ho ritrovato le registrazioni proprio delle assemblee oggetto delle attenzioni del P.M. e dalle quali ha ricavato probabilmente molti spunti per le domande rivoltemi nella mia deposizione del 12 maggio 2021.
Ho duplicato su “chiavetta” quindi le registrazioni integrali delle assemblee del 12 Giugno 2018, del 27 Settembre 2018, del 11 Ottobre 2018, del 27 Novembre 2018 e pure dell’incontro del 4 Marzo 2019 in cui erano presenti Cogorno, il sottoscritto Antonio Denti, mio figlio Riccardo al tempo A.U. della s.r.l. Actio ed il mio legale avv. Mario Baroni tenutosi nello studio di quest’ultimo per conferire sulla mia ipotesi di divisione asset tra cui la spiaggia e di cui ha sempre raccontato e scritto (male) proprio Cogorno stesso.
Avendo il P.M. dichiarato (a pag. 57 della mia deposizione del 12.05.2021) di non ritenere necessario acquisire agli atti la mia memoria richiamata durante la deposizione e così testualmente: “.... Cioè ci sono dei verbali che dicono delle cose che adesso il Teste ha indicato assemblee, ma un conto sono le cose che si dicono e un conto le cose che si dicono in quelle assemblee; quindi, a nostro parere questa relazione è superflua e comunque è una relazione a posteriori. Qua ci sono i verbali e credo che su questo debba essere sentito il Teste...” ecco, fortunatamente adesso, tutti quelli che ne hanno interesse, potranno sentire addirittura le registrazioni audio di tutte quelle assemblee oggetto di attenzione del P.M. e non soltanto la sintesi riportata nei verbali redatti dall’avvocato Massimo Campa legale di Cogorno.
Per tornare quindi alla questione se ci fosse corretta rispondenza tra quanto detto in assemblea e quanto sintetizzato nei verbali redatti dall’avv. Campa, voglio evidenziare di seguito alcuni passaggi che dimostrano deliberate omissioni, peraltro, dal sottoscritto già denunciate nel corso delle stesse assemblee.
La prima che voglio rilevare, e che evidentemente getta un’ombra su tutti i verbali delle assemblee sopra richiamate, confermando che i miei dubbi sono datati nel tempo, è quella che riporto di seguito.
Siamo all’assemblea del 28 Novembre 2018, ed è significativo il battibecco tra il sottoscritto ed il più volte richiamato avv. Campa in quanto, mentre rispondevo ad una precisa domanda del Sindaco dott. Covini, il legale, cerca di interrompermi come da trascrizione che riproduco di seguito:
Minuto 00:33:50 Il Sindaco dott. Covini chiede al Presidente del C.d.A. come mai è stato scelto di nominare un incapace come amministratore della società (riferendosi al La Monaca – ndr).
Denti: “rispondo io. Allora io evidentemente La Monaca non lo conoscevo, nel senso che ... cioè non l’avevo proprio mai visto nella mia vita. Noi venivamo da una situazione che non era semplice, perché io venivo, personalmente, come Presidente del Consiglio di Amministrazione, da un anno e mezzo di gestione con l’Amministratore Delegato il Dott. Caffi, con il quale cioè voglio dire, io ho pacchi di lettere dove evidentemente lamentavo del mancato rapporto che c’era, quindi io ero il Presidente quello non mi risponde al telefono non fa....cioè nelle volte in cui io ho avuto modo di interloquire con lui...era persino imbarazzante nelle risposte, perché lui non sapeva se aveva comprato gli arredi dell’hotel, da chi li aveva comprati, non sapeva nulla di nulla. E quindi per me in quel momento non conoscendo La Monaca, ripeto, e che riconosco che effettivamente si è dimostrato non all’altezza, probabilmente.”
Covini: “... se non era all’altezza Caffi, La Monaca era...non so come qualificarlo...”
Denti: “ si però guardi la questione è questa, cioè dobbiamo anche capire però come si è arrivata alla nomina di La Monaca, perché io quando ad Aprile ho fatto la convocazione per fare gli adempimenti fiscali, cioè vale a dire la presentazione del bilancio di CH&R, che comportava una serie di passaggi tra cui quello dell’indicazione della persona di CH&R, che non potevo essere io essendo già presidente, non avendo il dono della ubiquità non potevo essere anche quello che andava a partecipare all’assemblea dei soci con un socio unico di Obras per decidere anche nel merito del bilancio di Obras, (Leggi mail allegato 143)io quando feci quella convocazion e ad Aprile, venni stoppato dalla lettere che era stata fatta di convocazione dell’assemblea con un ordine del giorno ben preciso che poi ricorderete perfettamente, che è lo stesso, e allora si no...era un po’ più complesso...ma di fatto se la questione si è paralizzata è dovuta semplicemente al fatto che dal momento in cui io convocai quell’assemblea per quegli adempimenti, venne fatta da Cogorno ed altri soci, tra cui anche DBS, una convocazione anticipata con all’ordine del giorno la revoca del consiglio di amministrazione, del liquidatore...tant’è che io scrissi una lettera dicendo: la presente per comunicare che il convocato consiglio di amministrazione in data del giorno 20 alle ore 11:20 di Aprile...è annullato (Allegato 83)
.
. Avendo il collegio sindacale perché in quell’occasione, su sollecitazione di quei soci firmatari, che erano oltre il 51%, il collegio sindacale senza neanche chiedere al presidente che avrebbe dovuto fare su sollecitazione del collegio sindacale la convocazione, immediatamente venne convocata. I miei consulenti mi hanno detto che secondo me...secondo loro questo è stato una procedura irrituale, però il collegio sindacale convocò l’assemblea dei soci e avvenne che in quell’occasione poi si scoprì che non c’era il 51% per poterlo fare. Da lì si è messa in atto una azione di ostruzionismo da parte di parte dei soci...”
00:37:00 > Campa: “però posso chiedere io alle 14:30 mi alzo e me ne vado".
Denti: “anch’io ...”
Campa: “Mi sembra... mi sembra che adesso se il socio Denti che ha... vuole fare un’azione di responsabilità...”
Denti: “... no però dottore...avvocato...però mi lasci un attimo rispondere...”
Campa: “lei sta spiegando il come si è arrivati... l’abbiamo già detto l’altra volta...”
Denti: “no io però mi hanno fatto una domanda io vorrei finire di rispondere perché poi nei suoi verbali io non risulto nemmeno ha capito? Quindi ...”
Campa: ”non è vero... lei c’è sempre nei verbali non si azzardi...”
Denti: “no ...no ... allora non tutto quello che io dico, non tutto quello che io dico lei lo riporta”
Campa: “lei lo legge poi lo firma non si azzardi”
Denti: “siccome noi le assemblee le finiamo alle 10 di sera quando sono distrutto...”
Campa: “io sono sempre qua lei può leggere non si azzardi a dire questa cosa”
Denti: “mi lasci intervenire, finisco la risposta, e rispondo, poi lei faccia l’intervento che vuole alle due e mezza e me ne vado anch’io quindi...guardi che non farò.... non cercherò di tirarla per le lunghe.“Quindi la questione sul fatto del perché venne indicato La Monaca, cioè noi venivamo da una situazione di ostruzionismo dove ricorderete tutti che facemmo tre assemblee consecutive dove deliberatamente non si componeva il 51, c’era la complicazione di DBS nota a tutti, quindi evidentemente era difficile combinare la questione...e quindi finalmente, tardivamente con la società paralizzata, nessun adempimento fiscale veniva fatto, non veniva convocato nulla, io stesso ho scritto a più riprese che non vedo quale tipo di adempimento avrei potuto fare, dove eravamo sotto scacco come Consiglio di Amministrazione, sfiduciati, perché di fatto quella era stata la richiesta, senza che poi mai venisse finalmente, come dire, esercitato in assemblea e venisse votato in assemblea se quel consiglio di amministrazione doveva essere revocato o rimanere in carica,(ancora mail Allegato 143) con Caffi non ci parlavo, dottore (Covini) le rispondo, si presenta La Monaca perché c’è una parte di cessione di quote e entra un terzo soggetto nelle due compagini che erano i due blocchi principali, tolto Calabrese sul quale magari poi una questioncina pure direi...un passaggio pure lo farei...a quel punto entra un soggetto terzo, io La Monaca l’ho avvallata come scelta senza conoscerlo...ma non conoscevo nemmeno Caffi, quando mi hanno proposto Caffi a me Caffi va benissimo...poi è successo che in quel momento per uscire da una situazione di stallo han detto l’amministratore sarà La Monaca...l’ho conosciuto mi sembrava una persona per bene...nel senso onesta ”
Campa: “gliel’ha presentato il signore”
Denti: “non ho capito”
Campa: “gliel’ha presentato il socio entrante Petrocca”
Denti: “La Monaca .... quindi per rispondere è stato indicato allora, io ripeto secondo me anche il Dott. Caffi...al di là poi che magari avrà fatto puntualmente le presentazioni degli adempimenti...di alcuni adempimenti non tutti perché evidentemente la situazione di stallo relativa al bilancio di CH e anche di Obras in particolare che comunque c’erano delle responsabilità perché evidentemente non partecipando mai alle assemblee non venendo ho letto stamattina una mail che ha mandato dove era impossibilitato a venire e l’avevo visto il giorno prima...evidentemente c’era una situazione di ostruzionismo...quindi la risposta era...La Monaca...un cavallo...qualunque situazione disinnescava una situazione precedente dove io ho tonnellate di documenti che continuamente lamentavo che il Dott. Caffi non mi condivideva nulla...che faceva delle cose sulle quali non ero d’accordo etc. etc. etc....per chi ne ha interesse e curiosità vi faccio portare la carriola con tutti i documenti. Quindi questa era la situazione ecco perché La Monaca. Dopo di che, non sono un coglione, anche io ho visto che il sig. La Monaca evidentemente si era preso un incarico che andava oltre le sue capacità”
Petrocca: “aggravato anche da una situazione [incomprensibile] si è reso conto, comunque, velocemente è passato poco tempo...”
Denti: “e anche, io questo lo sottolineo perché l’ho vissuto, non è che il Dott. Caffi, che poi è sparito non l’abbiamo più visto mai, potrete...l’avrete riscontrato voi stessi...non è che poi il Dott. Caffi abbia agevolato il passaggio delle consegne...da quando è stato tolto non si è più visto ne in assemblea ne mai...e quindi evidentemente...”
I l verbale riporta:
Cogorno sottolinea che la questione delle relazioni passate sia riscontrabile dallo scambio di numerosa corrispondenza e come sia rilevante anche la condotta di Calabrese che le convocazioni da lui richieste erano riferite proprio alla condizione di stallo venutasi a creare e che il tema fu posto proprio per la necessità di procedere alle approvazioni di bilancio.
Nella registrazione si sente:
44:00àCogorno: “...dobbiamo prendere atto che questo Consiglio di Amministrazione era in stallo”
44:20àDenti: “ma come in stallo.... avevo fatto la convocazione per la cosa...”
Cogorno: “per il bilancio?”
Denti: “certo, la mia convocazione era...”
Cogorno: “perdonami sono seguite decine di mail prima...quella è stata una casualità...”
Denti: “ma come una casualità...lei l’ha fatta...”
Cogorno: “la nostra richiesta ai sindaci era precedente”
Denti: “gliela produrrò.... io avevo fatto la convocazione come liquidatore e come presiedente del Consiglio di Amministrazione...”
Dall’ascolto della registrazione si ricava che sul punto Denti non concorda ma nel verbale questo non risulta.
54:05àDenti: “si, però con una differenza: che Caffi quando noi abbiamo voluto rimuoverlo ci abbiamo messo 6 mesi perché lei ostruzionisticamente non lo faceva rimuovere, sul fatto che La Monaca purtroppo per impegni, un po’ per incapacità non va bene, dopo due mesi abbiamo fatto la richiesta che lo rimuoviamo e siamo d’accordo. Cioè voglio dire l’abbiamo convocato, l’abbiamo nominato...ci ha messo due mesi e l’abbiamo mandato via”
Denti: “se Denti per primo, come presidente ha fatto la convocazione con quell’ordine del giorno, io credo che più di così...”
E poi ancora in un passaggio successivo:
01:05:00àDenti spiega che la p.e.c. è bloccata, si riesce a leggere ma non si riesce a inviare. In ogni caso non si legge la p.e.c. del decreto ingiuntivo.
01:06:45àDenti: “che anche sulla questione delle p.e.c., (rivolgendomi a Campa – ndr) lei guardi, anche questo lo metta, non voglio difendere La Monaca che si difenderà da solo se sarà chiamato a doversi difendere, però anche sulla questione della p.e.c. Caffi non aveva capito nulla, perché in effetti cioè lui aveva dato dei dati per poterla leggere che poi in realtà non erano quelli, ci abbiamo messo un mese per averli. Tant’è che poi ad un certo punto le ho anche scritto, lei mi ha detto si effettivamente devo chiedere perché l’aveva fatto un altro...”
Cogorno [incomprensibile] “voglio dire non è stato semplice il passaggio La Monaca è stato in carica due mesi e mezzo ma il primo mese le assicuro che anche io che su alcuni aspetti...”
E ancora in un altro:
Denti: “ecco se posso aggiungere soltanto un piccolo inciso, che magari così l’avvocato lo segna, anche questo, non per sdebitarmi delle scuse di La Monaca, però come è stato nominato, cioè non ha fatto in tempo a prendere possesso per le ragioni che lei ha messo, per giusta causa per carità di dio, però quello è arrivato giù si è trovato con la revoca...”
Oppure ancora in quest’altro:
Denti: “ no guardi ma le dico questo anche per Denti, anche per Antonio Denti, perché io non parlavo da un anno con Antonio Calabrese, nell’imminenza nell’emergenza di dover comunque mantenere operativo l’hotel perché c’era...l’hotel era pieno per fortuna, mio malgrado, abbiamo dovuto eravate d’accordo anche l’avvocato si era espresso in tal senso...l’unico che poteva mantenere continuità in hotel col personale eccetera era Antonio Calabrese, che ha comportato non pochi problemi doverlo andare a richiamare...certamente era una persona che aveva combinato qualche questione...che lei ha stigmatizzato bene nelle denunce che ha fatto relativamente ai suoi soggiorni e dei suoi ospiti...e anche presso altri hotel pagati...ma però questo il povero La Monaca ha comportato che si è trovato dover andar giù...”
Cogorno: “non l’ho fatto contro La Monaca”
Denti: “ no però ecco mi dia atto che così magari l’avvocato lo mette... ma da subito io avevo detto e magari in qualche telefonata anche con i sindaci l’avevo detto, ma l’ho detto anche qui non ricordo se l’avvocato l’ha scritto probabilmente si, che io auspicavo maggior collaborazione e che invitavo lei stesso a partecipare proprio perché...sul discorso della contabilità mi riconoscerà che io sono venuto negli uffici e ho detto guardi: la contabilità è inutile che la portiamo a Torino da una questione...è qua...qual era l’elemento che scardinava un po’ una situazione che evidentemente a me non poteva andar bene...il fatto che non essendoci più il Dott. Caffi che da quel punto di vista li non c’era nessun tipo di rapporto, lei poteva tranquillamente tenere la contabilità, per me Gaetano La Monaca aveva la caratteristica di terzietà perché era arrivato lui terzo...quindi evidentemente essendo equidistante poteva in qualche modo visto che era un preciso...prendeva nota delle cose...da quel punto di vista poi magari sulle capacità [incomprensibile]...però magari era una persona che dal quel punto di vista poteva farlo, quindi in quell’ottica...io non ho mai pensato che La Monaca potesse...cioè io ho letto una sua mail l’ha mandata...stavo leggendo anche questa...ha anche uno stile letterario....”
Di tutto questo e molto altro nel verbale redatto da Campa, nonostante le mie esortazioni rivoltegli ad inserirlo, non c’è traccia ma come si può ricavare dalla lettura dello stesso si vedrà invece che riporta con enfasi: Cogorno riferisce…. Cogorno sottolinea…. Cogorno segnala……Cogorno segnala…. Cogorno dichiara ……. Cogorno suggerisce…
Ah no, ….. finalmente leggo anche il mio nome: “Antonio Denti riconosce ….. SUA difficoltà di relazione con il dott. Caffi etc.” …. (Ah ecco!!!! Ti pareva…. ndr) Peccato che in fase di rilettura del verbale io obietti a Racca: “si, ma imputabile al dott. Caffi però..” (h/min/sec. 02:57:00) ma anche questo evidentemente nel verbale non si trova.
Ascoltando la registrazione si sente anche che ormai sconsolato ed abituato all’andazzo dico a Racca: “Si va beh, lasci stare”
Et voilà. Ecco fatto. Il verbale a futura memoria è belle che confezionato da cui si ricava che Cogorno è il fenomeno che ha fatto il solito “one man show” e quel povero deficiente di Denti era li solo per riconoscere che è così coglione da non riuscire nemmeno a relazionarsi con Caffi.
Aggiungo ancora, ad onor del vero, che anche un intervento di Petrocca (h/min/sec. 02:34:00) in cui chiede insistentemente a Cogorno come mai questi a lui (inteso come Petrocca) chieda, con tono intransigente, di risolvere immediatamente la “questione Gubina” mentre lui l’ha tollerata per due anni, Cogorno glissi in modo evasivo non sapendo, o meglio non volendo, evidentemente rispondere.
Fa ridere sentirlo rivolgersi a Petrocca dicendogli, ancora a proposito della arcinota “questione Gubina”, che adesso lui deve ” .... Fatturare, incassare e liberare...” dopo l’inerzia sua e di Caffi per due lunghi anni. E ‘esilarante soprattutto quando dice “incassare” riferendolo ad Antonio Calabrese come se fosse possibile recuperare da questi 170mila euro.
Ridicolo!!!
P.S. In attesa delle copie del verbale in stampa Denti (h/min/sec. 03:10:00) ripete quanto già dichiarato in passato in altre occasioni e cioè che “dopo la terza ora di assemblea firmo tutto quello che dice Cogorno”.
Si sente la risata del Sindaco dott. Ricchiuto che dichiara che la frase è già stata verbalizzata in una precedente assemblea.
E meno male!!!
Interessante riascoltare la registrazione audio dell’assemblea del 27 settembre 2018 in cui Cogorno cerca di giustificarsi con il sottoscritto e Petrocca per la presenza della Gubina da cui si evince che ne era a conoscenza da molto tempo.
Riporto di seguito la trascrizione di un passaggio riferito alla solita “questione Gubina”:
01:40:00àDenti: “comunque abbiamo finalmente individuato una soluzione, che rispetto al passato, la situazione era conosciuta e tollerata per due anni, perlomeno nel giro di un mese e mezzo troviamo.... come dire...poniamo termine a questa situazione assolutamente paradossale”
Petrocca: “sono d’accordo con quello che stai dicendo cioè, una situazione che si è prolungata per così tanto tempo adesso la soluzione si è trovata, perché non la buttate fuori domani mattina? (Petrocca si ripete la domanda rivoltagli poc’anzi da Cogorno – ndr) Perché non l’avete fatto voi, sei mesi fa? Cioè non capisco...non è così facile?”
Campa: “nessuno vuole buttare fuori nessuno eh, il tema è diverso, qui non stiamo parlando...”
Denti: “sì ma avvocato se il problema è determinare se...”
Campa: “il problema è diverso c’è un ospite in una camera d’albergo che non sta pagando” Petrocca: “è una situazione un po’ anomala”
Campa: “ritenete di tenerla li, o no?”
Petrocca: “no, si è trovato, si è trovato un accordo e si è detto Calabrese, è roba tua? SI! La devi pagare questa cosa, SI! Quando finisce? Finisce il 5 di ottobre. Questo è stato fatto semplicemente. È stato trovato un accordo lo paghi tu? SI! E quando finisce. D’altra parte, non gli si poteva dire, lo paghi tu? SI! ti finisce subito domani mattina”
Cogorno: “in realtà quando io ho chiesto mi è stato detto sta cercando casa, mi sto attivando ho due appuntamenti per andare a fargliela vedere”
Denti: “si in realtà, in realtà guardi...siccome...no siccome noi abbiamo chiesto a Calabrese, io stesso, parlandoci dopo sei mesi che non ci parlavo; quindi, può immaginare cosa...come mi sia costato fatica, Calabrese mi ha fatto vedere che tempo fa, lei stesso aveva segnalato dei...dei link di un’agenzia...no lei...”
Cogorno: “mi ha detto non la trovo io la casa, ti dico io dove sono le case”
Denti: “perfetto quindi...quindi...voglio dire, a maggior ragione...”
Cogorno: “ma se un socio mi dice, se un socio mi dice...pago io...una signora che sta cercando casa...però, viva Dio, in Liguria case vacanze...[incomprensibile]”
Denti: “allora Calabrese dice che lei era perfettamente a conoscenza della situazione e che ad un certo punto per risolverla lei si è attivato pure, dandosi da fare per cercare un alloggio, tant’è che ci ha fatto vedere una mail dove dice: ho trovato una casa (Allegato 36). Quindi va benissimo, ma allora le chiedo, quindi era...perfetto...allora la mail che le ha mandato a febbraio o a marzo (esattamente la mail è del 14 marzo 2018) di quest’anno, dove...dove cercava la casa...quella che non l’ha trovata e non si è spostata, lei perché non l’ha buttata fuori il giorno stesso?”
Cogorno: “perché se uno ti dice è una mia ospite...”
Denti: “certo...eh Calabrese quello sostiene eh...”
Cogorno: “ma se poi scusami dal 26...dal 20 di aprile questo qui sparisce non hai più contatti non è che io posso...continuare a rincorrere uno che francamente”
Denti: “no certo però ha continuato a tollerare la signora dentro nell’hotel”
Cogorno: “no io non ho tollerato niente e nessuno”
Denti: “no come non l’ha mica messa fuori per strada come sta chiedendo a noi di fare...” Cogorno: “non ho tollerato nessuno ho continuato a scrivere a Calabrese...”
Denti: “eh noi gli stiamo scrivendo tutti i giorni...gli stiamo scrivendo tutti i giorni anche noi, continuiamo ad invitarlo...”
Voglio rilevare quindi, alla luce degli elementi sopra riportati, come non si possa individuare con certezza a chi sia da imputare la kafkiana vicenda della “Gubina”.
Sesto addebito
- Utilizzo della struttura alberghiera Hotel del Golfo da parte di soci e/o di persone ad essi riferibili, senza nessuna precisa rendicontazione e senza versamento del corrispettivo dovuto sulla base delle tariffe agevolate per i soci e /o di quelle ordinarie
Sul punto mi rimetto totalmente alle mail prodotte nell’Atto di citazione (Allegati 55
e Allegato 56
).


Settimo addebito
- Indebita restituzione di finanziamenti soci (postergati) a favore di So.Fin. S.r.l.
Non si comprende l’uso dell’aggettivo “indebita”. La restituzione della provvista messa a disposizione dalla S.r.l. So.Fin., solo ed esclusivamente per la nota “Operazione Soffientini”, era assolutamente definita e circostanziata negli importi necessari e nelle modalità di restituzione.
Ho già scritto più volte, in precedenza, in merito a questa specifica operazione, della finanza utilizzata e della restituzione (della stessa identica provvista) alla S.r.l. So.Fin una volta portata (faticosamente) a termine. Ho avuto modo di controllare la cifra esposta nell’Atto di citazione che mi risultava errata per eccesso.
Come si può leggere proprio nell’allegato 66
prodotto nell’Atto di Citazione, nel partitario riferito alla S.r.l. So.Fin. concorrono a determinare il totale dei prelievi la voci:

euro 17.000,00 DEBITI V/DBS TRUST – NOTIFICA CESSIONE CREDITO DA SO.FIN A DBS TRUST
euro 153.000,00 RISERVA FUTURO AUMENTO DI C.S. – CONVERSIONE FINANZIAMENTO SOFIN VERS
C/TOCAPITALE
Tali movimenti mi risultano totalmente sconosciuti e probabilmente sono stati concordati da Cogorno al tempo delle sue famose “riconciliazioni” con la dott.ssa Bollati o il dott. Rifino dello studio Necchi-Sorci.
Bisogna necessariamente chiedere a questi (Cogorno, Bollati o Rifino) le ragioni di tali annotazioni. Quel che è certo è che la s.r.l. So.Fin. non ha intrattenuto alcun rapporto con la DBS Trust. Basterebbe quindi stornare tali importi per riportare l’ammontare dei prelievi in linea con quanto da me sempre dichiarato.
Devo aggiungere anche che in realtà la società aveva appena beneficiato del positivo risultato dell’”operazione Soffientini” per cui non corrisponde al vero che la società versava in stato di difficoltà, casomai il contrario.
Dopo gli anni bui e fallimentari della gestione Obras/Cogorno le prospettive finalmente volgevano al bello, come all’epoca, e pure in tempi successivi, sosteneva convintamente Cogorno stesso con i suoi business plan elaborati e prodotti documentalmente insieme all’Amministratore Delegato dott. Caffi.
Al tempo della restituzione del finanziamento di cui si scrive, erano rimaste solo due posizioni debitorie in capo alla S.r.l. Comfort Hotels: una con la controllata S.r.l. Obras (in liquidazione) per il saldo della cessione del ramo d’azienda e uno forse (di poche migliaia di euro) con una società di servizi che forniva parte del personale, la S.r.l. Professional Service di Pippo Liuzzo.
Orbene, la prima aveva differito sine die l’incasso del proprio credito nei confronti della controllante per consentirle di beneficiare anche di quel volano finanziario per il rilancio dell’attività, la seconda aveva aderito alla ristrutturazione del proprio credito che si accollò la Soc. Coop. Archè (che aveva appena sottoscritto il contratto di Global Service) in cambio del rinnovo del contratto di subappalto per la fornitura di una serie di servizi.
Considerata quindi la specificità dell’operazione e la situazione sopra descritta, ritengo quindi assolutamente “legittima ed opportuna”, per nulla “indebita” la restituzione del finanziamento alla S.r.l. So.Fin. e di respingere il rilievo mosso nell’Atto di citazione.
Riporto in ogni caso, a beneficio di chi legge, nuovamente la ricostruzione già illustrata in passato
(I) L’Hotel gestito quindi dalla S.r.l. CH&R necessitava di rilancio dopo le precedenti gestioni fallimentari di Cogorno e pensai quindi di costruire una operazione finanziaria che prevedeva la vendita alla Fondazione Opera Pia Cremasca del:
⦁ Parcheggio di proprietà della S.r.l. Summa;
⦁ Piccola piazzola di parcheggio di proprietà della S.p.a. Obras;
⦁ Tutti gli arredi acquistati da CH&R dal fallimento ICOS;
⦁ Piccola parte di arredi di proprietà della S.p.a. Obras.
La proposta fu valutata positivamente dal Presidente e da tutto il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Opera Pia Cremasca; quindi, con la prospettiva di perfezionare l’operazione la S.r.l. CH&R definì l’acquisto della totalità delle azioni della S.p.a. Obras dal fallimento ICOS.
⦁ (II) L’operazione di acquisto dal Tribunale di Milano e la successiva vendita alla Fondazione Opera Pia Cremasca doveva concludersi rapidamente e la provvista necessaria per l’acquisto doveva essere messa a disposizione da finanziatori amici di Cogorno in cambio di un allargamento della compagine societaria. Purtroppo, le cose andarono diversamente come ho già avuto modo di raccontare in molte occasioni e ancora recentemente in una mia comunicazione al Consiglio di amministrazione ed ai soci della S.p.a. CH&R (Allegato 5)
che ripropongo in parte di seguito.

⦁ (III) Cogorno il miraggio degli investitori lo insegue sin dal primo giorno che l’ho conosciuto senza però, purtroppo, trovarne mai uno. Anche a monte delle famose operazioni straordinarie del 2016 ricordo che raccontava essere già addirittura partito il bonifico dalla svizzera a beneficio di “Vivi Europa” di Antonio Calabrese per comprare le quote della Spa Obras dal Fallimento ICOS. Fu per questa ragione che presentai alla curatela una proposta di acquisto del 100% (Centopercento) delle quote di Obras dal Fallimento ICOS. Anzi di proposte ne feci addirittura due. La prima di euro 260.000,00 (Duecentosessantamila/00) la seconda su suggerimento di Cogorno fu elevata a euro 510.000,00 (Cinquecentodiecimila/00) Io non ebbi alcuna difficoltà a raddoppiare l’offerta visto che la finanza per l’operazione l’avrebbero immessa i finanziatori amici di Cogorno
Quando espletate tutte le formalità, compreso il bando pubblico con pubblicità sui giornali, per l’assegnazione della totalità delle quote della S.p.a. Obras da parte della curatela fallimentare di ICOS Soc. Coop., fui invitato dalla stessa a procedere con l’atto notarile di acquisto, si rivelò tutto il bluff di Cogorno e dei suoi fantomatici investitori.
Chiesi un primo rinvio della data dell’atto di acquisto delle quote della S.p.a. Obras dalla dott.ssa Francesca Sangiani ottenendone un rifiuto ma che comunque ci fu per il provvidenziale decreto di aggiudicazione del Giudice che recava un errore formale ed il notaio dott. Ubaldo La Porta pretese di far modificare, rinviandone la data, l’atto (Allegato 26)
. Cercai di ottenere un secondo rinvio sempre in attesa dei finanziatori promessi da Cogorno, recandomi personalmente a Genova nello studio del Prof. Bubbi per chiedergli di intercedere con la dott.ssa Francesca Sangiani ma nonostante il prodigarsi del professore la curatela fallimentare non volle sentire ragioni.

Quindi mio malgrado, mi vidi costretto a fare questa operazione il 20 luglio 2015 per non veder sigillare i cancelli dell’hotel in piena stagione con tutto il personale al lavoro e l’hotel pieno di clienti.
Le condizioni da me poste per finanziare l’operazione erano chiarissime. Avrei corrisposto la finanza personalmente attraverso la S.r.l. So.Fin. esclusivamente per acquistare le quote della S.p.a. Obras e rivendere i due parcheggi più gli arredi subito dopo alla Fondazione Opera Pia con cui erano già stati presi accordi in tal senso.
A garanzia della provvista prestata chiesi ed ottenni da Cogorno di iscrivere ipoteca volontaria a favore della S.r.l. So.Fin. sul parcheggio di proprietà della S.r.l. Summa. (Vedasi a tal proposito la scrittura privata - Allegato 6)
.

A compimento dell’operazione, con la cessione del parcheggio, ovviamente svincolato dal gravame, recuperai come stabilito esclusivamente la somma versata alla curatela, neppure un euro in più.
L’operazione come è noto generò una netta plusvalenza di cui beneficiò solamente la S.r.l. CH&R che chiuse quell’esercizio con un utile, evento unico nella storia della società.
⦁ (IV) Tornando quindi a quella che definii “Operazione Soffientini”, dal nome del Presidente della Fondazione Opera Pia Cremasca, i tempi si dilatarono enormemente perché la previsione iniziale di concluderla, dopo l’acquisto dal fallimento di ICOS come detto il 20 Luglio 2015, al massimo entro il mese di Settembre, si scontrò’ con la difficoltà’ da parte della Fondazione di farsi finanziare dalla banca del territorio e cioè la ex Popolare di Crema, oggi BPM, la provvista finanziaria necessaria per il perfezionamento dell’operazione.
Per questo motivo, su invito del Presidente Soffientini stesso, incontrai più volte il dott. Roberto Dalboni, Direttore Generale della Popolare di Crema per dare tutte le spiegazioni in merito all’operazione e mi fu chiesto di produrre anche una relazione da portare in Consiglio della banca stessa (ALLEGATO C – Doc.4)
e successivamente un'altra ancora sempre al dott. Dalboni (Allegato 47)
.


Dopo molte titubanze ed innumerevoli incontri la Banca Popolare di Crema, pretese che, per finanziare la Fondazione Opera Pia Cremasca, con la provvista necessaria all’operazione finanziaria sopra richiamata, il conduttore (dell’Hotel – ndr) non fosse più la S.p.a. Obras, legata a persone (non certo il sottoscritto - ndr) che per altre vicende avevano creato problemi all’Istituto, ma che fosse direttamente la S.r.l. CH&R.
⦁ (V) La stessa questione l’ho trattata anche nella mia mail indirizzata al C.d.A. della CH&R come replica a quanto dichiarato da Cogorno nell’Assemblea dei soci del 15 ottobre 2019 come riportato nel verbale medesimo:
“...Tentativo miserevole di liquidare in due righe l’operazione più importante di tutta questa avventura imprenditoriale nonché l’unica che ha generato una plusvalenza attiva”.
Scrive di “riallaccio dei rapporti con la proprietà immobiliare dell’hotel” senza specificare però che il deterioramento precedente fu provocato dalla I.CO.S. di cui era Presidente perché già dal 2013 era inadempiente come riportato dalla stampa dell’epoca. (Vedi allegato).
Che scriva poi “si fa avanti la richiesta da parte della stessa.... etc.” conferma ancora una volta il suo meschino tentativo di negare il mio fondamentale ruolo perché in realtà l’intera operazione fu elaborata dallo scrivente con mia proposta fatta al Presidente Soffientini, una sera di maggio in hotel a Finale Ligure.
Si legga in proposito la lettera allegata, (vedi allegato) mittente la Fondazione Opera Pia, dove scrive che l’operazione gli fu sottoposta dallo scrivente e dove mi si invita ad eliminare tutte le criticità evidenziate dall’Istituto di credito che doveva finanziare l’operazione.
Le criticità a cui si fa riferimento erano, come lei ben sa ma spiego per tutti gli altri, le figure ancora presenti in società (Obras) tutte legate a vicende e personaggi molto discussi a Crema di cui la cronaca anche giudiziaria ha trovato sempre molto spazio sui media locali.
Di Cogorno la Banca Popolare di Crema ricordava ovviamente di aver già finanziato in passato il costruendo complesso scolastico conosciuto dalla stampa come “Scuola di Comunione e Liberazione” perdendoci pare oltre 3 milioni di euro ed oggi definito “Ecomostro” da tutti i cremaschi, mentre della Fondazione DCE tutti si ricordavano chi era stato il Presidente ed in una provincia come Crema non sorprende che con persone così chiacchierate non si voglia legare il proprio nome o la propria immagine.
Sul punto, se richiesto, potrò essere certamente più esaustivo ma non mancherò certamente di esserlo quando incontrerò il curatore fallimentare della Spa CH&R. Questa è la ragione per cui si dovette cedere il ramo d’azienda HDG dalla S.r.l. Obras alla S.p.a. CH&R.
⦁ (VI) Al tempo la S.p.a. Obras aveva ancora il Collegio Sindacale composto dal Presidente dott.ssa Luisa Cameretti e dai dott.ri Giuliano Necchi e Innocenzo Rifino che furono sempre tenuti informati dell’attività del liquidatore e che avvallarono tutte le operazioni.
L’atto di “Cessione ramo di azienda” fu perfezionato il 22 Aprile 2016 nello studio del notaio dott.ssa Elisabetta Rotta Gentile (ALLEGATO A – Doc.11)
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Definito questo passaggio, la Banca diede il via libera per il finanziamento ed in data 13 maggio 2016 ancora nello studio del notaio dott.ssa Elisabetta Rotta Gentile si stipularono gli atti tra la S.p.a. Obras, la S.r.l. CH&R, la S.r.l. Summa e la Fondazione Opera Pia Cremasca (ALLEGATO A – Doc.12; Doc.7; Doc.8)
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⦁ (VII) 16 La cessione del ramo d’azienda alla controllante aveva generato un ricavo come da atto notarile di euro 226.740,80 (Duecentoventiseimilasettecentoquaranta/80) ed anche la cessione alla Fondazione Opera Pia Cremasca di una piazzola di parcheggio e alcuni arredi dell’hotel aveva, al netto della compensazione del debito relativo a canoni scaduti pregressi non versati per la locazione della struttura alberghiera, generato una provvista finanziaria pari ad euro 149.000,00 (Centoquarantanovemila/00).
Si decise di non chiedere subito il pagamento del prezzo di vendita alla S.p.a. Comfort Hotels & Resort per consentire a quest’ultima di avvalersi anche di questo volano finanziario oltre che della plusvalenza generata dalla brillante operazione straordinaria per rilanciare l’attività dell’hotel.
Ottavo addebito
- Colpevole mancata svalutazione dell’avviamento e conseguente mancato azzeramento del capitale sociale – Pregiudizio conseguente al mancato scioglimento della società ex art. 2484 C.C.
A questo rilievo mi richiamo interamente a quanto riportato (più sopra) in risposta al primo addebito.